Il pesco, che è naturalmente l’albero che sviluppa la pesca è molto diffuso e comune in aree dove la produzione di frutti risulta essere particolarmente prolifica, pianta dalla lunga storia alle spalle e diffusa in tante sotto tipologie, molto presente in Europa a varie latitudini. La potatura del pesco è una azione da non sottovalutare per preservare la natura e la produttività della pianta.
Esistono per il pesco vari tipi di potatura, che differiscono per tempistiche ed età della pianta, che in fase adulta può addirittura sfiorare i 9 metri in altezza e quindi va tenuta sotto controllo per farla crescere in modo agevole e soprattutto nella tipologia di sviluppo desiderata. Nella maggior parte dei casi si seguono date e tempistiche specifiche.
La potatura del pesco
Anche se siamo abituati a consumare le pesche sopratutto nel periodo estivo, questa pianta è attiva anche per altri mesi in un anno solare, conosciuta come albero da frutto anche spontaneo fin dall’antichità: le sue origini sono probabilmente asiatiche, essendosi poi diffusa in tutto il contesto medio orientale e poi europeo fino alla zona più occidentale.
Le pesche sviluppano prima dei fiori durante la prima fase della maturazione e poi i frutti, che rientrano nella categoria e gruppo delle Prune, in quanto hanno una volta maturate, la forma tipica di seme che occupa la parte centrale della polpa. Il pesco è molto presente nella letteratura anche occidentale come simbolo di prolificità e purezza. Come potare questa elegante pianta?
Quando potare il pesco
Si distinguono due grosse fasi, quella di formazione e poi di produzione: la prima va effettuata per dare la giusta forma, per l’appunto, e dimensioni alla pianta, che potrà quindi poi crescere seguendo delle linee guida imposte attraverso i nostri interventi, almeno fino al 4° anno di età (esistono vari “modelli” da seguire, sempre utilizzando le cesoie). Quella di produzione serve invece a ridurre le parti meno produttive e garantire il giusto passaggio tra rami e fronde.
- Quest’ultima può essere concepita entro la primavera ma anche in autunno, dopo il raccolto e serve ad eliminare i rami secchi quelli oramai improduttivi e senza gemme ma anche quelli che ostacolano altri rami ed il passaggio di aria
- La potatura verde, prevalentemente fare in estate, è volta ad eliminare tutte le nuove crescite in termini di succhioni e polloni che tolgono produttività alla pianta nell’ordine di sviluppo dei frutti
La potatura secca è invece è più consistente e viene fatta solitamente dopo il raccolto, tra ottobre e la metà di febbraio: vanno eliminati tutti i rami oramai totalmente improduttivi, quelli marci oppure le parti che vanno troppo a modificare la struttura della pianta stessa. Ricordiamo che in questo caso vanno eliminati solo i rami che hanno almeno un anno o anno e mezzo di età.
Il pescè una pianta che non è sempre produttiva tutti gli anni nello stesso modo, anzi è normale che lo stesso ramo che l’anno precedente ha generato tanti frutti, l’anno successivo può perdere produttività. Se presenta gemme oramai troppo vecchie, i rami vanno eliminati almeno in parte facendo sempre tagli puliti e obliqui.